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martedì 30 novembre 2010

Gli atei devoti, la crisi economica e i mille modi per sconfiggere la disoccupazione

Visto che tutti i cardinali sono tutti impegnati in missione speciale per convincere Casini a votare la fiducia a Berlusconi, dato anche che Bruno Vespa non poteva fare le veci di nessuno perché impegnato a promuovere il nuovo capolavoro del comando copia-incolla di Word frutto del suo genio, ovvero Il Cuore e la Spada, sono stata spedita a fare da opinionista alla marchetta presentazione della nuova imprescindibile opera di Paolo Brosio, Profumo di Lavanda, il seguito delle sue mirabolanti avventure a Medjugorje.
Anche se sono una cardinala sobria e fondamentalmente timida, devo dire di avere dato un ottimo contributo alla manifestazione, riuscendo a tenere svegli i presenti senza così dovere essere costretti ad ingaggiare al volo Milly d'Abbraccio. Il momento più alto devo ammetterlo di averlo toccato nel momento in cui mi hanno domandato quanto fosse importante per me la Madonna.
"Tantissimo, lei mi è sempre di grande aiuto nei momenti di sconforto della mia vita, come per Paolo Brosio. Insomma provate voi a sorbirvi Bagnasco che gnaula durante le riunioni della Conferenza Episcopale Italiana senza avere Like a prayer sparata a palla nelle orecchie. Inoltre da quando ha fatto scoprire la magia della pinzetta per le sopracciglia a sua figlia Lola ha la mia più grande stima."
Tuttavia, essendo uoma di Chiesa, non sono una persona attenta solamente alla dottrina o alla teologia più astratta. Come dicevano Jem e le Holograms (o era Karl Marx? Bah, faccio sempre confusione tra le due scuole di pensiero) non sono i concetti a produrre i fatti, ma i fatti a produrre i concetti. Fuori da queste stanze che, tra i marmi, gli ori, gli stucchi, i minorenni testimoniano la nostra durissima lotta per l'evangelizzazione delle nostre greggi, esiste una realtà palpitante di dolore e lacrime. Vabbè, per farla breve. Mentre Paolo Brosio e i suoi denti parlavano della loro conversione, io mi trastullavo spogliando mentalmente la nazionale italiana di rugby e pensando a come sia sparita una fondamentale categoria da tutti i talk show televisivi (seppur prontamente sostituita da Italo Bocchino e dall'avvocato di Sabrina Misseri): GLI ECONOMISTI!
Sono tutti spariti dopo che della Lehmann Brothers sono rimasti solo i coriandoli! Prima apparivano sempre e comunque: tutti rigorosamente belli, giovani, peso forma, con il sorrisetto supponente a mostrare dentature più bianche di quella della Ventura, il colletto della camicia azzurrino perfettamente inamidato, l'accento milanese e l'occhialetto con la montatura più precisamente odiosa del catalogo Luxottica. Tutti sempre a rispondere a qualsiasi domanda gli venisse posta con la solita aura fighetta:
"Solo se il lavoro è flessibile, il minimo sindacale annientato, l'ossigeno privatizzato, le tasse cancellate al Primo e Secondo Stato, i diritti umani sostituiti da buoni sconto dell'Ikea il PIL può sperare di crescere e il paese [inserire nome qui che non sia Cina] può vincere la sfida della globalizzazione"
Infatti.
Adesso appaiono sparuti e tristarelli in qualche programma in quinta serata, intervistati al massimo da Maurizia Paradiso. Forse si stanno ancora riprendendo tutti dallo shock dell'aver scoperto che la curva di Laffer (per i niubbi: il grafico che dimostra che più abbassi le tasse più tutto cresce, dal PIL alle tette di Rita Rusic) non ha validità empirica. Cioè, la curva di Laffer è da considerarsi plausibile esattamente come la verginità di Puffetta.


La curva di Laffer nei libri e nelle teste degli economisti

L'unica curva di Laffer possibile nella realtà. In questa però ci sono le nuvolette!


Ma non disperate, disperati di tutto il mondo! Voglio lanciare dal mio bellissimo blog un post pieno sì di speranza, ma anche di consigli per voi nuovi sottoproletari che vi accingete a vivere l'ebrezza dello stare al di sotto della soglia di povertà. Se non sbaglio occuparsi dei poveri dovrebbe figurare tra i compiti della Chiesa, giusto? Comunque cari miei salariati, siete stati licenziati? Il vostro padrone ha preso armi e bagagli ed è andato a produrre in un paese dove l'avvelenamento delle falde acquifere non è un reato, ma al massimo maleducazione? Avete tre lauree in tre settori dell'ingegneria e trovate solo lavori i cui contratti non contemplano uno stipendio? Allora tesori miei, non perdete tempo a "ricollocarvi", scaldando magari i banchi di un corso professionale finanziato dall'Unione Europea per smacchiatrici di leopardi! Giovini, smettete di scrivere pubblicazioni che firmerà il figlio del vostro professore! Non cercate false speranze, la Terra Promessa è molto più vicina di quanto crediate! Il segreto per una vita professionale piena di soddisfazioni e promozioni in Italia è solo uno: diventare atei devoti!
Per capire meglio cosa sono gli atei devoti, li definiremo come tutte quelle persone che, se nel normale contesto di una normale nazione normalmente sviluppata al massimo si guadagnerebbero da vivere scrostando le gomme da masticare dai cessi dell'Autogrill, in Italia, ripetendo a pappagallo tutta una serie di fregnacce affermando con forza la non negoziabilità dei principi più retrivi del cattolicesimo, ottengono onori e glorie. Non importa che essi non possano più nascondere scheletri nei loro armadi, tanto sono pieni di zoccole e amanti; poco ci frega che in gioventù usassero il libretto rosso di Mao per cuccare; checcefrega poi se hanno preso fondi neri dalla mafia, dalla camorra o da tutti i nemici di Sailor Moon. Insomma non vogliamo altri chierichetti (no, piano: quelli se ci sono van sempre bene NdR). Quelli che a noi servono sono mezze tacche sufficientemente prostituibili da fare da megafono intellettuale a qualsiasi nostra richiesta. Fateci caso: le invettive di Oriana Fallaci contro qualsiasi cosa odorasse di civiltà crescevano di pari passo con i conti da pagare ai suoi oncologi...
E allora che aspettate? La Chiesa recluta! Cerchiamo scrittori, attori, musicisti, giornalisti che appoggino qualsiasi cosa noi reputiamo essere VALORE NON NEGOZIABILE (come il divieto agli uomini di portare i pantacollant)! Offresi immeritata carriera fulminante a opinionista pronto ad arrampicarsi su qualsiasi specchio pur di rinegoziare ogni tipo di conquista dell'umanità (se non ci fosse stata la Rivoluzione Francese oggi non ci sarebbe il film live action di Lady Oscar: sapevatelo)!
Come dice la parola stessa, cari miei reietti, diventare atei devoti è semplicissimo! Innanzitutto non dovrete andare al catechismo, scrivervi sulla mano i Dieci Comandamenti, sforzarvi di amare il prossimo come amate voi stessi. Per avere una rendita sicura dovrete solo seguire i semplici step che qui vi elencherò a mo' di tutorial, un po' come quelli che fa Courtney Love sul suo make up. 
  1. Prendete quelle piccole tiranne che vi comandano come schiavi e che fanno di nome coerenza  e coscienza e riponetele nel water più vicino. Being scafato, questa è la chiave di tutto!
  2. Se lavorate nei giornali e non trovate più elegante il fatto di dovervi pagare lo stipendio, oltretutto lavorando per fogli come L'Eco di Bisignano Calabro o La voce dei Molisani, iniziate dagli editoriali. Basta inchieste, indagini, interviste scottanti: la gente non vuole sapere che vita di merda faccia! Cominciate a scrivere contro l'aborto, il testamento biologico, le coppie di fatto, le inchieste sulla pedofilia dei preti, il Sessantotto, il preservativo. Utilizzate anche uno stile che ricordi nelle sue iperbole il Mein Kampf e otterrete 100 punti pizza da spendere nelle redazioni dei maggiori quotidiani che da lì a poco vi assumeranno.
  3. Se non siete giornalisti... diventatelo no? 
  4. Libri libri libri. Ma mi raccomando, uccidete la Hannah Arendt che è in voi. Se dovete contribuire alla distruzione della Foresta Amazzonica, dovete farlo per la nobile causa del vostro conto in banca. Solo così scriverete immortali opere come La Rabbia e l'Orgoglio senza fare scorte industriali di Biochetasi.
  5. Talk show. Dopo avere scalato le classifiche dei libri parlando male di qualsiasi gruppo o idea Adolf Hitler avrebbe represso, siete entrati nel club degli intellettuali. Cosa fa in Italia l'intelletuale? Scrive? Dirige? Compone? No! Va nei talk show. Qui è il vero campo di battaglia, è negli studi televisivi che ogni giorno la Chiesa combatte ogni forma di evoluzione mentale di deriva laicista della società. Ricordate: siete voi che forgiate le casalinghe frustrate mentre spolverano le millemila bomboniere del loro salotto! Siete voi che date un senso alle esistenze di centinaia di disoccupati non qualificati e soprattutto incavolati! Siete sempre voi ad essere l'unico trastullo che possano permettersi cassaintegrati e pensionati minimi! Quindi armatevi di elmetto, ripassate la poesiola a memoria e combattete! Parlate per ore, ininterrottamente e dite sempre e solo: l'aborto è omicidio, il testamento biologico è genocidio, i matrimoni gay sono matricidio, le coppie di fatto uxoricidio... vabbé basta che l'aggettivo finisca in -cidio e siamo a cavallo. Siate odiosi e ripetitivi come i pappagalli, interrompete tutto lamentandovi che v'interrompono, fate caciara, se la situazione si fa grave fate premete il bottone sul telecomando che avete nella tasca. In questo modo esploderà di nuovo Piazza Fontana e poi potremo dare la colpa ai seminatori d'odio [inserire nome qui].
  6. Creatività! Vi siete sgolati abbastanza facendo continue maratone da Pomeriggio sul Due, La Vita in Diretta, Pomeriggio Cinque, L'Arena. Insomma, vi siete presi le stellette sul campo, è arrivato il momento di ritirarsi dalla prima linea e combattere le nostre battaglie da un posto sicuramente più comodo. Vi meritate come minimo un posto come capostruttura, caporedattore, capo indiano alla RAI. Insomma, la stanza dei bottoni. Ricordate sempre: non si dice censura, si dice contraddittorio. Promuovete al rango di opinionista altri atei devoti come voi, che sennò si fa la fila fuori. Il papa agli ebrei nelle fiction li salva sempre grazie ai suoi superpoteri. Sempre nelle fiction i protagonisti sono sposati; se per esigenze di sceneggiatura c'è un divorziato è triste e brutto, se ci sono due che convivono al di fuori del sacro vincolo lei deve essere una troia. I gay non esistono nel pianeta in cui sono ambientate le fiction. 
  7. Se non avete abbastanza pelo sullo stomaco per continuare a bazzicare in RAI, che problema c'è? Si fonda un giornale che camperà grazie agli aiuti statali. Chiamatelo come vi pare, Il Trasformista, Lo Strafatto quotidiano, La Corriera della Sera, Il Giornalaio... vabbè trovate un nome, un ufficio in centro a Roma, tre computer su cui fare finta di scrivere qualcosa e noi penseremo a intercedere per i soldi. Che importa del resto? Siete finalmente direttori di un quotidiano! Dato che a questo punto la vostra credibilità intellettuale è completamente sputtanata, la vostra notorietà sarà data solo dal numero di cannonate che sparerete dai vostri fogli. Promuovete raccolte firme contro il burqa nelle scuole, fondate movimenti che propongano la crocifissione dei medici abortisti, lanciate moratorie ONU contro le doppie punte. Insomma divertitevi, basta che se ne parli per almeno due settimane, il tempo di inventare qualche altra menata da sparare con il lanciamissili sui giornali.
  8. E infine... un seggio da parlamentare! Potete fare tutte le cose che avete fatto negli step precedenti, ma in più adesso avete anche il potere di trasformare in legge qualunque cosa piaccia a noi. Mi raccomando, votate per almeno due anni, il tempo di avere la pensione ad aeternum e poi siete liberi di tornare alla vita civile.
Visto? Non ci vuole niente oggigiorno ad avere di che vivere, basta un po' di intraprendenza! Fatevi coraggio allora! Ah, un'ultima cosa (ma Donna, 'sto post è più lungo di certe menate di Pontifex!): anche se siete atei devoti, ricordate sempre che non avrete altro dio all'infuori di Lui



Alla prossima!

venerdì 26 novembre 2010

Cul...tura ed altre facezie

Carissimi amici e incidentalmente carissime lettrici, vi voglio fare partecipi di una mia languida preoccupazione. Vedete da un po' di tempo sto frequentando una guardia svizzera di nome Hugo. A parte il nome già evocatore di sfigatume, egli è veramente un bel manzo assolutamente ben rifornito sotto ogni punto di vista. Bé, passeggiando per i giardini di Città del Vaticano e cinguettandoci vicendevolmente diabetiche paroline d'amore, egli mi ha fatto notare una cosa: sono leggermente ignorante! Come ben sapete, tra i vari motivi per cui sono riuscita a divenire cardinala non ce n'è uno che abbia a che fare con la vocazione, men che meno con l'interesse per la teologia o qualsiasi cosa riguardi dei concetti riportati su della carta stampata, fatta lodevole eccezione per tutto ciò che concepisce Silvana Giacobini. Così il mio uomo ha scoperto che io so perfettamente a memoria tutte le nuance di smalti che Barbara D'Urso ha messo sulle sue unghie fin dalla prima puntata della passata stagione di Pomeriggio Cinque, ma al tempo stesso è venuto a conoscenza del fatto che io sono convintissima che Gabriel Garcia Marquez sia il nome di uno dei mariti di Grecia Colmenarez nella telenovelas Manuela.
Così mi ha stretto tra le sue forti braccia e mi ha detto:
"Gerlando, devi capire che la letteratura sono le ali che ci rendono liberi!"
Mai quanto il vaccino contro l'AIDS, avrei chiosato io, ma ero così eccitata di stare abbarbicato al suo forte petto che avevo pure i brillucciconi agli occhi.

Io abbracciata da lui 

Così, per farlo felice, ho deciso di prendere un libro in mano, il terzo dopo la Bibbia e la biografia non autorizzata di Tonio Cartonio. Dato il mio non fertile background culturale, il libraio mi ha consigliato di iniziare con qualcosa di leggero, indirizzandomi su due libri:
  • Il Natale con Qui Quo Qua
  • Qualsiasi cosa di Paolo Coelho
Dato che volevo un po' allontanarmi dalle tematiche teologiche, ho optato per qualsiasi cosa di Paolo Coelho, scegliendo tra tutti il suo Veronika decide di morire. Visto che questo è un blog e un blog serve principalmente a tenere a bada il proprio disturbo narcisistico della personalità e a spiattellare i proprio cazzi nel World Wide Web, vi fornirò la recensione del mio culturale atto d'ammmore.

Veronika decide di morire
recensione di Monsignor Gerlando Gerlandetti

Di fronte a libri come Veronika decide di morire sarebbe meglio dare il nostro cervello in pasto ai reality show o alla propaganda di qualche dittatorello basso, calvo e grassoccio che deciderà qualche giorno, di punto in bianco, di mandarci a morire in massa in qualche guerra per l'affermazione dell'inalienabile diritto all'orgasmo maschile sempre e dovunque.
Ma bando alle premesse ad alto tasso di inutilità, passiamo alla recensione. Allora Veronika è una ragazza slovena... e qui già verrebbe da dirsi perchè uno scrittore brasiliano dovrebbe ambientare un suo libro in Slovenia: non lo so, perchè non in Tagikistan o alle Isole Andamane? Non si sa, comunque sia la nostra eroina decide di tentare il suicidio e grazie a Dio si trova in Slovenia e non in Sicilia, perchè in Slovenia le trovano un posto letto in un ospedale psichiatrico finchè non troverà la veramente vera voglia di vivere, mentre se stava in Sicilia al quinto capitolo ancora doveva arrivare l'elisoccorso.
Ora,la nostra arriva in questo ospedale psichiatrico che è forse l'unico al mondo ad avere applicato la legge Basaglia, perchè è un posto fantastico: hanno tutti la camera singola, i dottori sono sinceri ed appassionati, le infermiere angeliche ed appassionate (e nessuna ha una tresca documentata con il primario), nessuno prende psicofarmaci e per tutto il libro è primavera. La cosa più fantastica di questo ospedale psichiatrico però sono i malati: in questo ospedale psichiatrico non si sente mai parlare di bipolari, schizofrenici paranoidi, maniaci ossessivi compulsivi, demenza multinfartuale, depressione... qui i malati di mente sembrano usciti dalle barzellette di Pierino: c'è quello che si crede Napoleone, c'è il poeta, c'è l'incompreso, c'è il fin troppo romantico: viene da chiedersi allora in quale paradiso sia stato Coelho o se egli abbia semplicemente scambiato la sua esperienza all'Agenzia delle Entrate per una al manicomio.
Ma il bello dei libri di Coelho non è ovviamente il crudo realismo delle sue opere, ma la filosofia che c'è dietro. Coelho infatti è capace di vendere vagonate libri disquisendo sui fondamentali quesiti che si pone l'umanità da secoli, come "è meglio andare al mare o in montagna?", oppure "stasera slip o perizoma?", o meglio ancora "gliela chiedo al primo appuntamento o aspetto un altro po'?". Il meglio di sè Coelho lo dà quando trova finalmente delle risposte per i drammi filosofici dei suoi lettori: il nostro autore infatti è capace di essere più scontato del finto filosofo di "Quelli della notte", il mitico Catalano, solo che lui fa sul serio (almeno credo). Sarebbe capace di rapare ettari di foresta pluviale per stampare carta su cui scrivere innumerevoli capitoli in cui arriva alla fondamentale conclusione che "l'amore è bello", "vivere è pure sempre meraviglioso", "quando c'è sole è allora una bella giornata", "se mia moglie si trucca di nuovo dopo anni vuol dire che mi mette le corna". In Veronika decide di morire non si smentisce: il profondo significato dell'opera è che la follia in fondo in fondo non esiste, è solo un modo alternativo di vedere le cose (vallo a dire alle vittime dei serial killer). Ovviamente a rivelare l'arcano sono gli amici folli di Veronika, i quali hanno tutti una verità fondamentale da fare sorbire alla nostra eroina (vabbè che solo le piante non hanno una mazza da dire di "intelligente" in questo libro, a parte Veronika ovviamente).
Consigliatissimo se trovate intelligenti le Winx.

Quando il mio uomo mi ha chiesto allora se mi fosse piaciuto, dato che è vietato dire falsa testimonianza, ho allora esclamato:
"Quasi quanto fare sesso con una donna."
Spero abbia capito l'antifona, visto che è svizzero e padroneggia male la lingua... italiana (perché con la sua fa miracoli degni di una beatificazione)
Alla prossima!

martedì 23 novembre 2010

Sull'eutanasia, ovvero come esibire un'espressione entusiasta dinanzi ad un regalo che fa cagare

Dato che ormai le chiavate al Grande Fratello  stanno diventando scontate come l'allergia in primavera e gli istinti omicidi al lavoro, questo lunedì mi sono dedicata alla visione di Vieni via con me. Non sia mai che non faccia qualcosa che non facciano tutti, poi sennò in curia tutte cominciano a sparleggiare di cose che non conosco e mi sento esclusa. E poi, parliamoci chiaro, il sito Pontifex ha sentenziato: bisogna parlare male di Saviano perché anche la camorra paga la questua questo scribacchino da quattro soldi sa solo gettare fango su realtà indispensabili allo sviluppo italiano come Casoria, Aversa, Giugliano, Casal di Principe, senza contraddittorio e senza nemmeno degnarsi di disboscarsi le sopracciglia. Quindi mi unisco alla crociata senza se e senza ma contro il programma, scagliandomi contro la qualsiasi, dalla scenografia alla gonna a palloncino di Susanna Camusso.
E alla fine, cosa leggo in questo post? Che Fazio e Saviano hanno permesso a Mina Welby di parlare come se nulla fosse della vicenda di suo marito Piergiorgio. Fabio Fazio e Roberto Saviano hanno usato i soldi dei contribuenti (che sarebbero potuti essere spesi molto più utilmente per i capolavori di Cinzia TH Torrini, per assumere mogli/parenti/troiume vario, per le rate della liposuzione di Mara Venier, per le vacanze le trasferte alle Bahamas del DG Mauro Masi) per fare cosa?? PER PARLARE DELL'EUTANASIA!
Cara Bruna e in questo caso, caro Don Marcella, mi unisco alla vostra indignazione per questo sfoggio di libero pensiero di blasfemia in prima serata.
Cari lettori, redarre un testamento biologico è un gravissimo peccato frutto di quella deleteria moda nata con l'Illuminismo dell'inalienabilità dei diritti dell'individuo. Secondo questo trend, un essere umano è libero di disporre della propria vita avendo solo la legge sopra di sé, cosa che ha causato tragedie immani come lo stato laico, l'eguaglianza dei cittadini, le persone in evidente sovrappeso che si ostinano ad indossare i pantaloni a vita bassa.
Voglio dunque usufruire di questo mio post per rispondere alla propaganda laicista e secolarizzata e dar mano forte al sito Pontifex per ribadire il no della Chiesa a qualsiasi tipo di interruzione spontanea della vita. SOPRATTUTTO SE QUESTA FA VOMITARE!
Ora il problema, cara Don Marcella e cara Bruna, è che il vostro post pro-life è un tantinello... palloso? abbioccante? alla terza riga ti iscrivi al gruppo su Facebook "Mille e uno modi di darsi fuoco senza sporcare casa"? Questo è il problema della Chiesa Cattolica: non sapere comunicare. Ora, dato che la mia conoscenza letteraria non va oltre il capolavoro assoluto di Federica Pellegrini Mamma posso farmi il piercing?, penso di capire quanto possono essere estesi gli sbadigli quando si cercano di giustificare assurdi anatemi si ha il dovere di diffondere la Buona Novella e non si conoscono a sufficienza i quozienti intellettivi delle persone da salvare. Per questo vi spiegherò, o povere pecorelle smarrite, per quale motivo il testamento biologico è un abominio che farà bruciare all'inferno chi lo chiede e che farà precipitare nei sondaggi i politici che lo appoggiano.
Allora, cari lettori, che cos'è la vita? Un dono. Insomma un regalo, come quelli sotto l'albero a Natale o quelli dentro le buste di carta quando si lavora all'Assessorato all'Urbanistica.
Acclarato questo dato di fatto, ora vi pongo una domanda: se ricevete un regalo brutto, che non vi piace, voi che fate? Lo rifiutate, oppure fate buon viso a cattivo gioco e ve lo portate a casa?
Se avete risposto sì alla seconda risposta, vi siete dati la risposta teologicamente esatta. Rispedire la propria vita al mittente è un atto di maleducazione nei confronti di Nostro Signore, quindi da condannare senza se e senza ma. Insomma vi fate problemi a Natale di non scontentare vostra suocera o vostra cognata e poi siete così ineducati nei confronti del vostro Creatore? Quindi il bravo cattolico non si lamenta se il suo dono è fallato oppure mostra i segni di un grave difetto strutturale, né chiama il numero verde per fare reclamo. Se lo tiene esibendo un'espressione entusiasta anche dinanzi ad un dono che fa vistosamente cagare.

 Un bravo cattolico che reagisce in maniera cattolicamente sana alla scoperta di una malattia genetica incurabile che lo porterà ad una morte lenta ed atroce

Facendo degli esempi pratici: se siete calvi e a Natale vi regalano una piastra voi cosa fate? Gliela fate ingoiare oppure esclamate cinguettando che non vedete l'ora di correre a casa vostra per testarla il prima possibile? Se le mani vi sono esplose armeggiando lo scorso capodanno un petardo della potenza di sette megatoni e vi regalano un set di smalti di tutte le sfumature del giallo, voi che fate? Gli ficcate due dita in gola fino a fargli vomitare il pandoro e i settantasette torroncini del Natale 1999 oppure dite candidamente "grazie"? Ecco, la cosa si può anche spostare in ambito religioso. Se scoprite di soffrire di Sclerosi Laterale Amiotrofica e sapete che il vostro destino sarà vedere il vostro corpo diventare un suppellettile fino a crepare di asfissia, voi che fate? Scegliete di disporre come vostre ultime ed insindacabili volontà di fare una fine umanamente dignitosa, oppure vi tenete il dono che Dio vi ha fatto per non fare brutta figura  FINO ALLA FINE? Se cadete in coma vegetativo senza più alcuna speranza di risveglio cosa fate? Chiedete che vi venga staccata la spina per porre fine ad una vita senza più alcuna dignità umana oppure vi tenete quello che vi è stato donato senza troppe lamentele? Quindi ben vengano persone come Roberto Formigoni e il suo ostracismo più assoluto contro Beppino Englaro e le bestemmie di Silvio Berlusconi contro il diniego all'accanimento terapeutico previsto da quel pacchiano origami di carta  dalla Costituzione. Bisogna lottare strenuamente affinché si affermi il principio del bon ton nei confronti di Dio.
Alla prossima!



lunedì 22 novembre 2010

Auguri!

Approfitto di questo post una volta tanto per gratificare il mio disturbo della personalità narcisistica! Ringrazio i 500 e più poveri cristi che si sono sorbiti i miei sproloqui (visto che in teoria il blog era dedicato alle balle di fieno che rotolano nella desolazione) con questo ipotetico e assolutamente elegante dolce!


Alla prossima!

Marina Marina ti voglio al più presto votar!

Come già detto in questo post, la Chiesa Cattolica e altre sacre istituzioni di questo paese come Cosa Nostra, la 'Ndrangheta (rinnovo sempre la mia richiesta di cambiare nome a tale organizzazione, e lancio qui la mia proposta di chiamarla Mermaid Melody Pitchi Pitchi Pitch Pure), i palazzinari, i faccendieri, i puttanieri, gli evasori fiscali, i nostalgici del fascismo, i raccomandati e gli assenteisti delle pubbliche amministrazioni, sono seriamente preoccupati per questa fase di instabilità politica. Siamo già passati indenni da Tangentopoli, riusciremo a fare il bis, o ci toccherà rimboccarci le maniche di fronte ad entità a noi sconosciute come il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana?
In attesa delle prossime puntate, vi racconterò cosa è venuto fuori dall'ennesimo party tenutosi nella casa svenduta a prezzo di favore da parte di Propaganda Fidei di Bruno Vespa. Alla presenza di industriali, politici, intellettuali, clero e Lapo Elkann provvidenzialmente in mutande

Lapo Elkann riflette sul futuro della patria

la festa si è svolta innanzitutto per scambiarci vicendevolmente i complimenti per la qualità dei depistaggi e le assoluzioni per la bomba di Piazza della Loggia. Poi, finito di ruttare gli ultimi saltimbocca e di pippare le ultime strisce di cocaina, ci siamo guardati nuovamente tutti negli occhi. Che scoramento, quale malinconia! Finisce tutto così? Di nuovo? Così ci siamo messi d'impegno e abbiamo cercato di far partorire alle nostre menti un nome da buttare nell'agone politico e spacciare come il nuovo che avanza. Dapprima ci venne in mente Paola Binetti, ma cinque minuti dopo l'abbiamo cassata come idea. Innanzitutto perché tutti i commensali sanno benissimo che la Binetti è la figlia che Rosemary Woodhouse ha concepito a sua insaputa con Satana affinché il marito ottenesse il successo nel lavoro. Inoltre, da quando la Binetti ha fatto outing e ha rivelato che nel suo guardaroba figura anche un cilicio, ogni volta che si fa un incontro pubblico con lei presente la sala si riempie sempre di mistress, masochisti e capi scout single trentenni e così  partiamo sempre parlando dello Spirito Santo e finiamo facendo un Durex Party.
Poi ho proposto giustamente la mia personale eroina e icona di stile ed etichetta, Daniela Santanchè.

 L'educatissima Daniela Santanchè

Ma anche la mia idea non è andata bene, perché i commensali mi hanno ricordato dell'antica maledizione che le impedisce di salire allo scranno di Palazzo Chigi. Difatti se ella dovesse vincere le elezioni il cielo si dividerebbe in due, arriverebbero i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, ci sarebbe un'invasione cosmica di cavallette, i mari diventerebbero radioattivi e tornerebbe la moda della riga al centro come negli anni novanta.
Non ci è proprio sembrato il caso fare tutto questo casino in cambio dello sconto dell'ICI. Poi Lapo Elkann ha proposto Bella Figheira, ma a quel punto se l'è venuto a prendere il suo spacciatore per riaccompagnarlo a casa.
Erano le due inoltrate ed eravamo veramente depressi. Non avevamo un nome, una pedina da manovrare a nostro piacimento e ricattare come ci pare e piace, come ci è sempre piaciuto fare dal 1994 ad ora. Poi ci siamo guardati tutti negli occhi e dopo minuti di svariato silenzio ci è venuta L'IDEA.  L'asso nella manica, la bambola vodoo da utilizzare a nostro piacimento, la persona a cui svendere qualsiasi coerenza dinanzi alle sue nefandezze in cambio di privilegi vari ed eventuali! Di chi parlo? Ovvio! Di LEI



Marina Berlusconi, la donna la cui mascella s'ingrossa di pari passo con il debito pubblico rappresenterà la nuova mano dal cielo che da tanti casini tirerà fuori gente come me e gli altri miei commensali. Come affermato anche da quel giornale di rosiconi che è L'Espresso, Marina Berlusconi è perfetta per essere la nuova mannaia per le speranze di laici, gay, insegnanti, operai, precari, meridionali, trentenni meritevoli, umanità varia che sa ancora leggere e scrivere contemporaneamente. Solo solo il fatto che non abbia rapporti umani con Silvana Toffanin la rende perfetta per il ruolo; avere sei televisioni e una barca di soldi è un'ottima cosa per ammansire quei residui umani che  ancora credono nel futuro e nella libertà; infine il fatto che lei bruna e marito bruno abbiano avuto ENTRAMBI i figli biondi e con gli occhi azzurri è l'ulteriore conferma del suo ruolo messianico.


     


Credete ancora sia possibile vivere in un mondo più giusto, dove io sia tacciato di ipocrisia e Gianluigi Paragone di incompetenza?
Alla prossima!

domenica 21 novembre 2010

Un po' di creatività!

Che barba e che noia! Oggi non mi funzionava internet e non sono riuscita a leggere ciò che Bruno Volpe e Carlo di Pietro hanno scritto al mondo. Ed era anche domenica, il giorno in cui le monsignore come me hanno un imprescindibile obbligo, ma davvero non ricordo proprio quale sia. Così, per schiarirmi le idee, ho deciso di rispolverare l'aggeggio che mi ha dato in dono l'ex Ministro delle Telecomunicazioni Maurizio Gasparri, il decoder per il digitale terrestre. Il mio poi, essendo uno dei primi a disposizione, ha anche l'effige di Paolo Berlusconi scolpita in calce. Ebbene dopo 14 ore di zapping tra i 76 canali criptati a pagamento e i 10 gratuiti, non mi sono imbattuta per caso su La 5 e che cosa ci trovo? Lady Oscar! La sua visione è stata rivelatrice e mi ha dato l'ispirazione poetica per dedicare questo post non tanto alla trattazione di argomenti fondamentali come l'omofobia, il razzismo, l'antisemitismo e la piaga dei blog di outfit, ma alla scrittura creativa. Basta, per un giorno divento scrittrice, pure vate. Voglio farmi portatrice delle tematiche e dei bisogni di una società inquieta e, tramite le mie trame, fungere da catarsi per i sentimenti più neri che agitano i cuori delle persone. Insomma, mi sono armata di penna e calamaio, e sono partita da una domanda fondamentale: ma la vicenda di Fini non ricorda quella di Lady Oscar?
Così è nato il canovaccio per il mio futuro capolavoro della letteratura...

Lady Fini
Le Rose di Palazzo Grazioli

Il Generale de Almirante, capo delle guardie reali al servizio del Re Sonno Giorgio Napolitano XV, sovrano del regno di Vaticania, ha un problema: non ha un erede! Difatti tutte le sue figlie (Genevieve La Russa, Josephine Storace, Pauline Gasparri) sono tutte troppo sceme per capire che non si controlla se la pistola è carica puntandosela in faccia. Graziato finalmente dalla nascita di una figlia con il cervello tutto intero, decide di darle un'educazione maschile e chiamarla Gianfranco.
Gianfranco Fini de Almirante ha un preciso compito entrata in servizio: proteggere la principessina venuta dal Regno di Cologno Monzese Maria Silvietta De Berlusconi, futura regina di Vaticania. Assieme al suo fido attendente, Andrè Bocchino, vivrà tutta una serie di vicissitudini ma rimarrà sempre accanto alla sua amica Maria Silvietta proteggendola e spalleggiandola nei momenti peggiori, anche quando questa si farà l'uomo che ama, il bellissimo conte svedese Hans Axel di Feltri. Tuttavia Maria Silvietta pensa più che a governare a farsi gli affari suoi... Lady Fini grazie all'incontro fortuito con una trovatella, Rosalie Tulliani e all'interessamento di Andrè Bocchino, si rende conto della grave crisi in cui versa il suo regno e decide di unirsi ai gruppi rivoluzionari che mirano a rovesciare la regina Maria Silvietta.
Maria Silvietta cercherà di fermarla in tutti i modi, anche impiegando i metodi subdoli e al limite della legalità di Jeanne Lavitola, sorella segreta di Rosalie Tulliani, che conosce segreti sconvolgenti su quest'ultima...
Ma ormai su Vaticania una nuova alba sta per sorgere..
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Personaggi ed interpreti

Gianfranco Fini de Almirante


La bellissima figlia del Generale de Almirante, cresciuta come un uomo per prendere il suo posto di generale delle guardie reali del Regno di Vaticania. Dapprima fedele servitrice e protettrice della regina Maria Silvietta, resasi conto del suo malgoverno e menefreghismo, le volterà le spalle e si unirà all'opposizione del regno che la vuole destituire









Generale de Almirante


Generale delle guardie reali al servizio del Re Sonno Giorgio Napolitano XV, non avendo una sola figlia abbastanza intelligente, appena si accorge che la sua ultimogenita non ciuccia il biberon dalla parte sbagliata, decide che sarà il suo erede. Le dà un nome da uomo, Gianfranco, e la addestra per diventare un perfetto soldato






Andrè Bocchino

Andrè è il figlio della governante di Gianfranco. Il Generale de Almirante decide allora di metterlo al fianco dell'adorata figlia in modo da proteggerla dagli intrighi di Palazzo Grazioli. Da sempre innamorato di Gianfranco, è un popolano e sa bene che mai la potrà sposare. Con il precipitare degli eventi a Vaticania, Andrè sposerà le tesi dell'opposizione alla regina Maria Silvietta e Gianfranco, scopertasi finalmente innamorata di lui, lo seguirà....




Il Conte Hans Axel di Feltri

Bellissimo conte svedese, seduce la regina Maria Silvietta con il suo dolce affabulare. Anche Lady Fini ne rimarrà affascinata, ma con il tempo si renderà conto che il conte di Feltri ha occhi solo per la sua Maria Silvietta... inoltre le idee politiche avverse alla sovrana non faranno altro che aumentare la distanza tra i due...




Rosalie Tulliani
Giovane poverella che si arrap...ehm arrabatta come può, incontra Lady Fini una sera buia e, scambiandola per un uomo, le si offre in cambio di soldi per comprare del pane. Gianfranco, impietosita, la porta nel suo palazzo. Lì scopre che Rosalie vuole vendicarsi dell'omicidio di sua madre, commesso da una nobildonna di Vaticania. Il tempo però passa e con la scusa dell'omicidio Rosalie si installa a casa di Gianfranco e non se ne va più... perchè ormai la piccola Tulliani è innamorata di Lady Fini..


Maria Silvietta Regina di Vaticania

Maria Silvietta giunge da una terra straniera per dovere dinastico in Vaticania: sarà lei infatti la sovrana designata del regno e compito di Lady Fini sarà proteggerla e aiutarla durante il suo governo. Le due diventano grandi amiche, ma in diciassette anni Gianfranco ne vedrà di tutti i colori. Maria Silvietta può infatti fare tutto nella vita tranne che la sovrana: gira che ti rigira, tra scappatelle erotiche, gioco d'azzardo, malgoverno, corruzione, nepotismi di ogni genere (tutti i ministri del regno o sono andati a letto con la regina o sono amici suoi) Lady Fini si dovrà fare il mazzo a tarallo per pararle il sedere e fare in modo che il popolo continui a credere che lei sappia quello che fa. Con il tempo però Gianfranco si rende conto che a Maria Silvietta non frega una beneamata mazza di governare e vedendo in che stato è ridotto il suo regno, la mollerà, facendo rosicare la sua sovrana un bel po'...


Nonna Giulia


Nonna Giulia è la nonna di Andrè Bocchino nonchè donna delle pulizie a casa de Almirante: per lei la piccola Gianfranco diventerà però come una vera nipote e cucirà per lei bellissimi abiti da donna nella speranza che abbandoni la divisa...










Mamma Assunta de Almirante

Moglie del Generale e madre di Gianfranco, le due non andranno mai d'accordo, avendo la suddetta lo stesso quoziente intellettivo delle altre figlie. Non serve ad una minchia alla fine della trama, ma pur di darsi ancora un'importanza, passerà il resto della sua vita a rilasciare dichiarazioni in tutti i giornali in cui parla male della figlia Gianfranco. La rottura definitiva si avrà poi quando Gianfranco molla Maria Silvietta per mettersi con l'opposizione: per sfregio mamma Assunta andrà a dire ad un noto giornale clandestino dei rivoluzionari di Vaticania, il Fatto Quotidiano, che la sua vera erede è Maria Silvietta.


Jeanne Lavitola

Donna di umili origini, ma così umili che manco s'è mai potuta comprare la pinzetta per le sopracciglia, capisce che può ingraziarsi la regina Maria Silvietta distruggendo ciò che ha di meno caro: Lady Fini. Così, comincia a trafficare con falsi dossier sul passato di Rosalie Tulliani che poi passa al conte di Feltri, il quale diffonde questi pettegolezzi in giro per la corte di Vaticania. Tutto questo con lo scopo di screditare madamigella Gianfranco e diventare, chissà, ministro del governo di Maria Silvietta


Voi credete sarà un successo? Alla prossima!

mercoledì 17 novembre 2010

Buoni motivi per adorare Mussolini parte 2

Come già detto nel vecchio post, sono in molti che hanno idee sbagliate sul nostro Duce. Ma come ribadito 
dal piacevolissimo sito Pontifex, il fascismo può sicuramente non avere convinto tutti. Tuttavia le camicie nere che marciano su Roma sono uno spettacolo molto meno deprimente di qualsivoglia talent show che abbia tra i suoi giudici Anna Tatangelo e le sue sopracciglia sagomate.
E così entriamo in campo io armata di tastiera, beauty case Naj Oleari e busto del Duce appena lucidato a suon di Smac Brillacciaio e naturalmente la mia Brunetta preferita. No Renato, anche se la tua statura mi indurrebbe ad essere ottimista sulle tue doti, non è di te che parlo. Io parlo del mio eroe solitario, Bruno Volpe! Egli infatti più e più e volte si è scagliato contro le maldicenze e il fango gettato addosso al Ventennio (anche se il vezzeggiativo Italietta è adorabile) con magnifici post come questo, dimostrando in maniera assolutamente logica e coerente che oltre a spiacevoli inconvenienti come la Seconda Guerra Mondiale, le leggi razziali, l'uccisione sistematica degli avversari politici, la Repubblica di Salò, la distruzione di una nazione, ci sono stati anche degli aspetti positivi del fascismo che io mi incarico di mettere finalmente in luce. 
Nel precedente capitolo abbiamo fatto un ardito viaggio nel mondo della focosità della calvizie maschile da Benito così splendidamente incarnata, questa volta invece faremo un appassionante esplorazione nel mondo dell'outfit nazifascista. Perché una cosa è da dire: Hitler e Mussolini avranno perso la Guerra, ma ripensandoci la guerra dello stile era in mano loro fin dai primi mortaretti lanciati in Polonia nel 1939. Partiamo quindi ad analizzare l'elemento più classico dell'outfit fascista: la camicia nera.


"Modello numero 7: Giuditta!"


Passando al nero anche per sottolineare la totale aderenza alla scelta del colore, è grazie al fascismo che viene infatti lanciata l'idea con successo sulle passerelle e i colpi di stato di tutto il mondo di colorare la camicia di nero. La scelta del nero è azzeccatissima per svecchiare questo indumento. Il nero sfina, si abbina con tutto, è sempre segno di eleganza, non passa mai di moda. Insomma si può dire tutto dei fascisti, ma non che abbiano distrutto abbiano governato l'Italia vestiti male.


Un fashion fascist

Soffermandoci poi al compagno di merende di Mussolini, Adolf Hitler, bisogna riconoscere che, in quanto studente d'arte trombato, egli sia non a caso riuscito a riprendere le idee di stile di Benito, ampliando e declinando anche ad altri ambiti le innovazioni stilistiche dello statista italiano. Innanzitutto viene ripreso il saluto fascista, che, come affermato da quel fondamentale personaggio per la storia dell'umanità che va al nome di Assunta Almirante, era una maniera simpaticamente cameratesca di controllare se si aveva l'ascella pezzata. 

Altolà sudore!


Maria de Filippi fa il saluto romano

Ma è nelle divise che i nazisti raggiungono l'apice del glamour. 



Il colletto e la cintura nera si sposano perfettamente con la casacca di fustagno color grigio ferro, che rende la figura maschile impettita e autorevole, senza troppi fronzoli. La divisa infatti è minimale, ma elegante, perché come dice Lina Sotis, l'eleganza è semplicità. 


Infine il trench indossato solitamente dagli alti papaveri nazisti è la ciliegina sulla torta di quello che è reputato dai poteri occulti di tutto il mondo come l'esercito meglio vestito di sempre, distanziando di molto i menscevichi russi e gli ufficiali babilonesi, rispettivamente secondi e terzi. Chi non accetterebbe di scavarsi da solo la fossa prima di essere fucilato, se ad ordinarglielo fosse un uomo così azzimato? 
A guardare poi le decorazioni dei berretti delle SS, si capisce ancora di più come Adolf Hitler avesse la stoffa dell'anticipatore di mode e tendenze. Infatti non solo capì prima di tutti che ai tedeschi stava sonoramente sulle palle la Repubblica di Weimar e pensò di farne mille coriandoli appena salito al potere, ma lanciò anche la moda dei teschietti come decorazione dell'outfit, anticipando di svariati decenni il conformismo di orde fameliche di bimbipene. Osservate per credere:





Purtroppo Tuttavia la guerra fu vinta dai partigiani, ai quali si deve l'onore delle armi. Però bisogna anche ricordare che fu anche grazie alle loro strambe divise che vinsero. Infatti, male armati e numericamente inferiori rispetto a repubblichini e ai nazisti, dovettero ingegnarsi con mezzi propri. Così escogitarono di andare a combattere coperti di lustrini e strass in modo da accecare il nemico in battaglia e approfittare del vantaggio. Inoltre le loro divise consistevano in pantaloni a zampa, colori sgargianti e modelli stravaganti in modo da provocare irrefrenabili conati di vomito al nemico e impedirgli di sparare.

Una banda di partigiani in una foto dell'epoca

E dunque, ora che sapete queste cose, da che parte state? Alla prossima!

lunedì 15 novembre 2010

Il Maligno è vicino a te (e mentre leggi questo post ti sta fregando le sigarette)

Dunque, oggi nonostante sia autunno inoltrato e io stia degustando questo piacevole clima ascoltando un CD delle voci bianche rifare i capolavori di Donatella Rettore, non posso esimermi dallo svolgere il mio dovere quotidiano.
Fare la carità?
Pregare per le sorti del mondo?
Predicare la misericordia?
Ahahahah, certo che siete proprio dei balenghi! E che mi facevo a fare cardinala? Nononono, mi riferisco alla mia visita quotidiana del mio sito preferito, pontifex ça va sans dire, e mi sono resa conto che non ho ancora detto la mia riguardo uno degli argomenti preferiti di Bruno Volpe, assieme ai ghei, gli ebrei e la deleteria moda di utilizzare l'arricciacapelli come giocattolo sessuale: IL DEMONIO!
Il punto però è che, cara la mia Bruna, se mi permetti una critica in punta di piedi manco fossi Carla Fracci, i tuoi articoli, sono... come posso dire... troppo lunghi. E anche noiosi! Insomma, tu ci ecciti ogni giorno scagliandoti con le braccia tese a mò di ombrello contro i mali della nostra società e poi quando arriviamo al dunque, parlare male di Satana, che mi fai? Mi fai articoli come questo o questo che sono giustissimi per carità però... Bruna, non me ne volere, ma sono delle pappardelle che non si finiscono più, i giovani appena li vedono si sconnettono ed escono con il primo spacciatore che incontrano! E fai anche riferimenti alla Bibba? Amore ma chi se l'è mai letta la Bibbia nella Chiesa Cattolica, se non era per Martin Lutero che si accorgeva della truffa chissà per quanto tempo ancora continuavamo a far quello che ci pareva della Dottrina! Non per niente voglio proporre a Bagnasco, per riavvicinare alla Bibbia i giovani e altri simili mentecatti altri potenziali lettori del tuo blog alla VERA FEDE CATTOLICA, di far scrivere sulle copertine:

La Bibbia
di Federico Moccia
e Robert Pattinson

Credi che me l'accetta come idea? Comunque Bruno, la tua lotta è sacrosanta, e voglio farla mia. Così oggi dedico questo mio post ai semplici e pratici modi per scoprire se il Maligno è dentro di te, ma in maniera molto meno pallucolosa rispetto a Pontifex!

  1. Cominci a seguire l'oroscopo di Paolo Fox
  2. Credi che Paolo Fox dica cose interessanti
  3. Non ti basta più l'oroscopo di Paolo Fox
  4. Inizi a leggere l'oroscopo di Vaniti Feir perché è tutto incentrato sulle copule che ti aspettano nella prossima settimana
  5. Ti cade l'occhio sull'editoriale di Gad Lerner
  6. Trovi interessante quello che dice Gad Lerner
  7. Diventi fan su Feisbuc di Gad Lerner
  8. Ti vedi L'Infedele
  9. Non ti addormenti vedendoti L'Infedele
  10. Già che ci sei ti vedi il telegiornale di Mentana che fanno prima de L'Infedele
  11. Trovi il telegiornale di Mentana più rispettoso della tua intelligenza rispetto a quello di Minzolini (citerei anche quello di Mimun, ma è ebreo e non posso)
  12. Seguendo il tg di Mentana ti accorgi improvvisamente che hanno fatto più miracoli Vanna Marchi e il Mago Do Nascimiento che Silvio Berlusconi
  13. Ti rendi conto che non è vero che se due ghei si sposano accadranno sciagure bibliche come l'arrivo di sciami di cavallette imbufalite che arrivano a bucarti tutti i preservativi, che la legge sull'inseminazione artificiale da noi pretesa prevede che una donna per farsi impiantare un ovulo debba sapere cantare al contrario tutto il repertorio di Al Bano, possibilmente a testa in giù, sennò ciccia, che mentre la classe dove studia tuo figlio necessita di una quarta parete, la scuola privata cattolica riceve in regalo dallo Stato crocifissi in cristallo swarovski. 
  14. Ti indigni per tutte le minchiate che ti hanno fatto bere nel corso degli anni
  15. Pretendi di avere una maggiore informazione, nonché migliore
  16. Ti compri La Repubblica
  17. Ti leggi La Repubblica
  18. Ti piace La Repubblica
  19. Inizi ad avere una posizione critica nei confronti della Chiesa
  20. Trovi che il sito Pontifex sia un blog pieno di menzogne, odio, razzismo
  21. Rivedi le tue posizioni elettorali
  22. Dai l'otto per mille a qualcun altro
Se hai qualcuno di questi sintomi, o li hai addirittura tutti (in particolare il numero 22) non c'è scampo: Satana ti ha nelle sue mani! Fate attenzione, questo essere mefitico non ha l'aspetto dell'iconografia popolare, ovvero quello di un energumeno tutto rosso, con le corna e il forcone! Il Maligno ha un aspetto suadente, parla con voce melliflua e ha modi di fare impeccabili. Eccovi alcune chiare manifestazioni di quest'essere immondo:









Capito tutto? State in campana! Alla Prossima!