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giovedì 11 novembre 2010

Uffa Saviano, ma di che ti lagni?

Che barba la vita da quando Fini si è messa in testa che essere di destra non vuole dire essere automaticamente cretini. Qua nella Curia Romana sono tutti depressi, non oso pensare che adesso appena ci viene in testa, non so, che tra i valori non negoziabili della Chiesa Cattolica c'è il dovere di non mettere i pantaloni a vita bassa quando si ha l'elastico delle mutande slabbrato, ci spuntino interlocutori politici che si sono presi la briga di leggere la Costituzione Italiana. No, ti prego!
Mah, tuttavia questo periodo di attendismo forzato rende la mia vita da cardinala molto più semplice. Tanto finché non vediamo chi ci farà da prossimo scendiletto dopo la DC e Berlusconi, stiamo letteralmente passando il tempo a mettere lo smalto sulle unghie degli scoiattoli e io mi dedico alle mie passioni, come lucidare la crapa di bronzo del mio busto di Mussolini o leggere il mio blog preferito, pontifex. Oh meno male che c'è, così so cosa devo fare per essere perfettamente allineata alla Dottrina, invece di perdere tempo a leggere libri noiosi senza nemmeno uno scoop piccante sulle regine spagnole o inglesi, come la Bibbia.
E così, tra un post e l'altro, cosa leggo tra le pagine vergate da Bruno Volpe e del suo compagnuccio di merende Carlo di Pietro? Questo post su Saviano.
Ora, io Saviano, come Volpe insegna, non lo sopporto

Innanzitutto, tu non ti mi rubi i soldi con un romanzo che si chiama Gomorra. Perché non si scrive un romanzo su Gomorra senza nemmeno un riferimento a Sodoma, sennò che me ne dovrebbe fregare?
Secondo: tu non vai in televisione con quelle sopracciglia. Perché sembri il nemico di Maggie Simpson.

E infine, come afferma Bruno Volpe, penso anche io che la camorra è stata la sua fortuna. Ma non per i soldi, la fama, la celebrità. Il signor Saviano sta sempre lì a lamentarsi del fatto che vive sotto scorta. Sei poliziotti stanno lì a proteggerlo dalla vendetta dei Casalesi. No, dico: lui vive sotto il costante, continuo, perpetuo e pressante controllo di sei nerboruti, fisicati, sudati poliziotti in borghese.

                                                      Devo aggiungere altro?

Quindi, caro Robertino, come te ripetono da mesi camorristi, faccendieri, puttanieri, piduisti, ti dico: MA DI COSA CAVOLO TI LAMENTI? Stai sempre lì in televisione con quella faccetta corrucciata a grattarti il naso o a ravanarti la pelata quando ti sei perso il filo del discorso: ma ce l'avessi io la tua fortuna! Se lo sapevo lo scrivevo io un bel libro contro la mafia, anzi contro il pizzo, una piaga della nostra società che si abbatte sui visi di etero e ghei, i quali credono di essere secsi con quell'odioso barbino. Mi immagino già la mia figura immolata per il sacro fuoco della Verità, il mio corpo in eterno ostaggio dei rivenditori di rasoi e dei parrucchieri inferociti dal mio anatema contro il cattivo gusto... e la mia vita da quel momento rovinata e inscatolata in un'auto blindata circondata da... da.... da....... Oh Signore, che mi fate pensare, sembra che adesso ho una banana nascosta sotto la tonaca!
Io però sono uoma di Chiesa e se lancio un giudizio, lancio anche un consiglio. Capa della Polizia, ma lo vedi 'sto ragazzo? No, non guardare il suo outfit, che sennò la scorta gliela togli, guarda quel suo broncio scolpito sul visino incorniciato nella barbetta incolta che fa molto uoma vissuta. Nun te fa pena? E allora, ascolta la mia Parola e togligli la scorta: no dico, sei uomini di scorta tutti per un etero? Insomma è come dare pacchi di preservativi alle lesbiche: uno spreco. Capa, dagli sei femmine di scorta!

Roberta, fai come Gheddafi: e vedi come te passa la paura!

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